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UNA FEROCE PRIMAVERA
Un progetto di Andrea Pennacchi
Produzione Teatro Boxer
Lezione Spettacolo anno 2014
“I lampioni si stanno spegnendo su tutta l’Europa, nel corso della nostra vita non le vedremo più accese”
(Edward Grey, ministro degli esteri inglese, 1914)
“Saremo a Vienna per Natale”
(Generale Porro, 23 maggio 1915)
Si sbagliava di grosso il generale dell’esercito italiano, aveva invece ragione da vendere il ministro inglese: al momento della dichiarazione di guerra il nostro paese non era militarmente pronto, ma tutti prevedevano che sarebbe finita presto. Di recente, alcuni studiosi hanno sostenuto che la Grande Guerra sia stata in realtà l’evento scatenante di una “guerra del mondo” i cui ultimi echi si sono spenti solo con il recente conflitto balcanico (e qualcuno si spinge fino ai conflitti medio orientali in atto): una guerra mai terminata che attraversa il “secolo breve”, il nostro, accumulando morti e sofferenze inaudite. Ha quindi ancora molto senso provare a raccontare un evento di tale portata, che anche in Italia, soprattutto nelle regioni di Nord Est, infuriò selvaggiamente distruggendo vite e prospettive per intere generazioni di giovani in quella che avrebbe dovuto essere la “nuova fucina dell’identità nazionale” e la “quarta guerra d’indipendenza”.
È una prospettiva un po’ sbilenca la nostra (la mia, Andrea Pennacchi e quella del musico e poeta Giorgio Gobbo), lontana dalle retorica della “grande guerra patriottica”, ma rispettosa delle centinaia di migliaia di caduti, della loro gioventù, dei loro sogni. E proprio sogni, e incubi, vorremmo raccontare, attraverso le parole di poeti e scrittori che in questa guerra furono coinvolti direttamente: D’Annunzio, Gadda, Comisso, Ungaretti, Montale, Hemingway, Kipling e altri ancora, seguendo le direttrici già tracciate da un nostro maestro: “è persuasione ponderata dello scrittore di questo libro che le guerre sono combattute dalla più bella gente che c’è, o diciamo pure soltanto dalla gente, per quanto, quanto più ci si avvicina a dove si combatte e tanto più bella è la gente che si incontra; ma sono fatte, provocate e iniziate da precise rivalità economiche e da maiali che sorgono a profittarne” (E. Hemingway, p.5). Non potremmo essere più d’accordo. La memoria appartiene ai vivi, dice l’Ecclesiaste, e non ai morti, spetta quindi a noi ricordare questo evento spaventoso, le cui conseguenze sono giunte fino ai nostri giorni.
Bibliografia M. Thompson, La guerra Bianca: vita e morte sul fronte italiano 1915-1919, Il Saggiatore 2009; E.C. Hobsbawn, Il secolo breve 1914/1991, Rizzoli 1997; J. Woodhouse, Gabriele D’Annunzio: arcangelo ribelle, Carocci 2001; N. Ferguson, XX secolo l’età della violenza. Una nuova interpretazione del Novecento, Mondadori 2008; E. Hemingway, Addio alle armi, Mondadori 2011; C. E. Gadda, Taccuino di Caporetto: diario di guerra e di prigionia, Garzanti 1991; E. Lussu, Un anno sull’altipiano, Einaudi 2005;
Video La Grande Guerra sull’Altopiano di Asiago raccontata da Mario Rigoni Stern, regia F. Massa & M. Melanco, 2011, A.C. Gooliver; L’albero tra le trincee: P. Rumiz nei luoghi della Grande Guerra, di P. Rumiz e A. Scillitani, Artemide Film;
Filmografia Uomini contro, regia F. Rosi, 1970; I recuperanti, regia E. Olmi, 1969; La grande guerra, regia di M. Monicelli, 1959.
Andrea Pennacchinon è solo il volto televisivo deIl Paradiso delle Signore, Don Matteo eA un passo dal Cielo, é un filologo, un amante di Shakespeare, un narratore, un drammaturgo, un attore e mille altre cose.
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