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TANTO GENTILE
ALLA RICERCA DI DANTE (E BEATRICE) ATTRAVERSO LE PAROLE
Racconto teatrale di e con Paola Rossi
Un progetto La Piccionaia – Centro di produzione teatrale
Lezione Spettacolo anno 2021
Siamo negli anni Ottanta del 1200. Durante, detto Dante, passeggia per le vie della sua città, Firenze. Ha diciotto anni e vuole fare il poeta. Incontra una sua coetanea di nome Beatrice, detta Bice.Anche lei è a passeggio, in compagnia di due amiche. Dante la saluta, e Beatrice risponde al saluto.
Un episodio apparentemente banale ma che sarà l’inizio di una grande avventura sentimentale e artistica. Quella notte Dante farà uno strano sogno che ha come protagonista Beatrice, al mattino sentirà il bisogno di raccontarlo ai suoi amici con una poesia. E gli amici, anche loro poeti, risponderanno a suon di versi, ciascuno a modo proprio .
Il responso è unanime: pare proprio che Dante sia innamorato di Beatrice e dovrà mettere a punto una serie di strategie per comunicare il suo amore alla bella; strategie che daranno però luogo a fraintendimenti e incomprensioni. Senza contare che entrambi i protagonisti, malgrado la giovane età, – così si usava all’epoca – sono già sposati: Dante con Emma e Beatrice con Simone.
La morte di Beatrice mette fine al gioco poetico e alle speranze di Dante, che decide però di dedicare a Beatrice tutta la sua produzione; anzi, fa in modo di incontrarla e di legarsi eternamente a lei nella sua opera più famosa, la Divina Commedia. La storia del rapporto tra Dante e Beatrice e, in realtà, tutta la vita di Dante, è ammantata di mistero. Poco o niente si sa di lui e della sua biografia; non siamo nemmeno sicuri che Beatrice sia esistita davvero.
La narrazione va alla ricerca di Dante, soprattutto del giovane Dante – un diciottenne pieno di progetti, speranze e aspettative personali e politiche, innamorato di Beatrice -, a partire dal racconto della Vita Nova, del Trattatello in laude di Dante scritto da uno dei suoi primi ammiratori, Giovanni Boccaccio, e dai testi di tanti studiosi e biografi danteschi.
L’intento è quello di far sentire il “sommo poeta” un po’ più simile e un po’ più vicino ai ragazzi di oggi, con i quali può condividere desideri, inquietudini e passioni; anche se nel caso di Dante questi si traducono poi in altissima poesia.
Sullo sfondo, la Firenze dell’epoca, con le sue complesse lotte politiche e i suoi riti sociali, le tante ragazze incontrate nelle case, nelle strade, tra i banchi delle chiese, e una compagnia di amici, i “fedeli d’amore”. Eccoli allora, Cino da Pistoia, Lapo Gianni, Guido Cavalcanti e Dante Alighieri, giovani poeti impegnati, ciascuno a modo proprio nell’invenzione di una poesia e di una lingua nuova, incalzati dall’esigenza – quasi l’urgenza – di dare voce a un sentimento nuovo, inventato allora da poco e attuale ancora oggi. E per il quale ancora oggi facciamo fatica a trovare le parole: l’amore.
Il racconto sarà accompagnato da brevi letture tratte dalla Vita Nova, dal Trattatello di Boccaccio, da alcuni canti del Purgatorio e del Paradiso, e da un repertorio di immagini.
“La mia ricerca in questi ultimi anni verte intorno al tema della narrazione: con il corpo, con la voce, con l’utilizzo delle tecnologie. I racconti sono per lo più dedicati a luoghi specifici – musei, luoghi d’arte, spazi urbani – e nascono prima di tutto dall’ascolto e dal desiderio di dare voce alle cose, fare memoria, sperimentare nuove possibili interazioni. Alcuni progetti sono intrinsecamente legati a un luogo, altri sono “esportabili”, col loro bagaglio di immagini, suoni, emozioni. Come l’ultimo progetto, dove racconto storie (e la Storia) a partire da oggetti, documenti, filmati, fotografie”.