CAPITAN SALGARI ALLA RISCOSSA
A cura di Andrea Pennacchi
Produzione Teatro Boxer
Lezione Spettacolo anno 2011
“La notte del 20 dicembre 1849 un uragano violentissimo imperversava sopra Mompracem, isola selvaggia, di fama sinistra, covo di formidabili pirati, situata nel mare della Malesia, a poche centinaia di miglia dalle coste occidentali del Borneo”
(incipit de “La tigre della Malesia”)
Sandokan l’ho conosciuto attraverso la televisione, prima che sui libri, e per me ora ha in modo indelebile il volto di Kabir Bedi:quei racconti esotici e quei volti, quelle mille avventure hanno forgiato la mia fantasia.
Per cent’anni l’opera di Salgariha unificato l’Italia, nella lingua e nell’immaginario, più di quella del suo contemporaneo De Amicis; i suoi 88 romanzi e racconti, ambientati in luoghi lontani, hanno contribuito all’educazione dei giovani italiani più di quanto i suoi detrattori siano disposti ad ammettere, da vero precursore dell’industria culturale moderna. Il giovane Emilio Salgari nutriva un grande sogno: solcare i mari e gli oceani per raggiungere terre inesplorate e vergini, solo apparentemente non vi riuscì mai. In realtà la sua fantasia si espanse senza limiti nello spazio e nel tempo, permettendogli di immedesimarsi nei suoi eroi e di narrare le avventure come se ne fosse stato protagonista.
In Sandokan, in particolare, “durezza dell’epica, esotismo e convenzionali languori da Belle Epoque – nelle parole del critico Antonio Franchini – concorrono nella creazione di un archetipo che è servito a far sognare ragazzi nati, grosso modo, fra il 1870 e il 1970”. Oggi Salgari non è più letto dai giovani. Sandokan e il Corsaro Nero non sono più ciò che gli educatori ritenevano un invito alla fantasia anarchica e improduttiva, alla permanenza nella ripetitività circolare tipica dell’infanzia, alla monotonia ossessiva – quel mondo sempre identico di giungle, pagode, mari e prahos – un rassicurante giardino d’infanzia dal quale a un certo punto, con l’arrivo della maturità, sarebbe stato bene emanciparsi. Le sensazioni che incarnavano sono tuttavia ancora molto attuali: l’amarezza e la compassione per l’ingiusta irrisione dei contemporanei, la tenerezza verso l’immaginazione, la nostalgia per lo scarto insopportabile tra la realtà e l’avventura, lo stupore per una visione del mondo già multiculturale, anticolonialista e anticapitalista (come già in Giovanni Arpino, Paco Ignatio Taibo II ed Ernesto Ferrero).
Mi piacerebbe raccontare un po’ della mirabolante vita della fantasia di Emilio Salgari, unita a un’avventura della sua creatura di maggior successo, come omaggio a un grande narratore e per ricordare un genere letterario poco blasonato, ma di grande impatto che tanto ha da raccontare ancora oggi.
Andrea Pennacchi
Andrea Pennacchi non è solo il volto televisivo de Il Paradiso delle Signore, Don Matteo e A un passo dal Cielo, é un filologo, un amante di Shakespeare, un narratore, un drammaturgo, un attore e mille altre cose.